Il Tesoro di San Gennaro: curiosità e aneddoti che non tutti conoscono

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Il Tesoro di San Gennaro: curiosità e aneddoti che non tutti conoscono

Raccontare del Tesoro di San Gennaro significa rivelare prima di tutto una storia straordinaria, ambientata a Napoli nel 1527 durante la dominazione borbonica e in un momento di crisi profonda per la città, devastata da guerra, pestilenza e terremoti. La disperazione portò i napoletani a stringere un vero e proprio patto con il loro amato Patrono: “San Gennaro, salva la nostra città e noi ti costruiremo la chiesa più bella”. E un patto serio dove si stipula se non di fronte a un notaio? E così fu. Furono gli “Eletti del popolo”, ossia i rappresentanti dei Sedili (quartieri) di Napoli, 5 nobiliari e uno popolare, a stipulare il patto; avviarono i lavori per la costruzione della chiesa e fondarono “La Deputazione”, l’organo di governo della Cappella del Tesoro di San Gennaro con il compito di custodire le reliquie del Santo e i doni contenuti nella Cappella, e i cui discendenti, ancora oggi, eseguono questa missione. Ed è ancora oggi che il Tesoro di San Gennaro, con la sua storia e le sue curiosità, affascina turisti provenienti da tutto il mondo. Ma prima di scoprirle, una domanda è d’obbligo: il patto fu rispettato dal Santo? Naturalmente sì. Le epidemie cessarono, la terra si acquietò e Napoli tornò man mano ai suoi antichi splendori!

Curiosità sul tesoro di San Gennaro

Sembra quasi naturale pensare che il Tesoro di un Santo appartenga al Vaticano, ma così non è. Il patto, infatti, fu stretto tra il popolo napoletano e San Gennaro e solo al popolo appartiene! Inoltre, non tutti sanno che il Presidente della Deputazione, organo in vita ancora oggi, è per tradizione il primo cittadino della città, ossia il sindaco. È questo il motivo per cui il giorno del “miracolo di San Gennaro”, cioè quando il suo sangue si scioglie nell’ampolla, il sindaco deve rigorosamente essere presente.

Potrà stupire, poi, sapere che all’inestimabile Tesoro di San Gennaro hanno contribuito, con i loro doni, nobili e potenti di tutta Europa tra i quali Napoleone Bonaparte, Maria Teresa d’Austria, Murat, Ferdinando II. Tutti volevano entrare nelle grazie del Santo e, anzi, si narra che chi fosse venuto in visita a Napoli e, scettico, avesse portato al Santo doni poco “sfarzosi”, avrebbe fatto poi una fine sfortunata. Ma il tesoro non comprende solo doni nobiliari: sull’inestimabile collana che adorna il suo busto, ad esempio, incastonati in alto ci sono due orecchini di perle dal valore commerciale modesto. Appartenevano a una donna popolana che, per chiedere una grazia al suo Santo patrono, si spogliò dei suoi unici beni preziosi: il Santo la ascoltò e il suo dono fu accettato.

Comprendere la bellezza e la magnificenza del Tesoro di San Gennaro forse è possibile solo se lo si vede da vicino. Oltre 21 mila opere, gioielli, tessuti e preziosi dal valore inestimabile, contribuiscono a creare il Tesoro più ricco al mondo, più ricco perfino del Tesoro della Corona d’Inghilterra. E tu? lo sapevi?

Photo | museosangennaro.it

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